A nove mesi circa dalla sua introduzione, vediamo quali effetti ha prodotto finora e quali potrebbero essere i prossimi sviluppi
La Mifid II, la direttiva sui servizi finanziari entrata in vigore lo scorso gennaio, era stata preannunciata come un terremoto che avrebbe cambiato per sempre il mondo del risparmio gestito (ne avevamo parlato in questo articolo). Sono passati circa nove mesi dalla sua introduzione e quali effetti ha prodotto? Sebbene sia ancora presto per stabilire se sia riuscita nel suo intento di garantire maggiore tutela ai risparmiatori, è possibile fare un primo bilancio sui problemi e risvolti finora emersi e capire quali potrebbero essere i prossimi sviluppi.
Cosa è la Mifid II?
Innanzitutto è bene ricordare cosa è e cosa stabilisce. La Mifid (acronimo di Markets in Financial Instruments Directive) è la normativa europea che disciplina i servizi finanziari. La versione II, che rappresenta l’evoluzione della precedente disciplina del 2007, è entrata in vigore lo scorso 3 gennaio con l’obiettivo di offrire più protezione ai risparmiatori attraverso una maggiore trasparenza sui costi e sulla costruzione dei prodotti e una personalizzazione del servizio.
L’effetto sugli operatori…
A circa nove mesi dalla sua introduzione, la Mifid II inizia a produrre alcuni cambiamenti. Innanzitutto sull’industria del risparmio gestito, favorendo una più severa selezione degli operatori. Gli sforzi, in termini di costi, per adeguarsi alla normativa, potrebbero infatti causare una concentrazione degli intermediari, soprattutto tra le società di gestione più piccole e le boutique, che si sono trovate in competizione diretta con le grandi case di investimento. Costi di struttura più elevati (tra maggiore burocrazia e investimenti nella tecnologia), che non tutti sono in grado di assorbire, e regole di condotta più rigide potrebbero dunque comportare una eliminazione degli attori e dei consulenti con portafogli più piccoli. Il tempo ne darà riprova, già nei prossimi mesi, quando le società di investimento dovranno redigere i bilanci di fine anno.
…e quello sui risparmiatori, più consapevoli dei costi
Un effetto sicuramente più immediato è stato quello di sviluppare una maggiore consapevolezza dei costi della consulenza fra i risparmiatori. Basti pensare che, grazie alla nuova normativa, tutte le spese da sostenere nel corso dell’anno, dalle commissioni di ingresso e uscita, a quelle di intermediazione, consulenza, e performance, fino ai possibili incentivi, devono essere indicate chiaramente, in valore assoluto e in percentuale sul valore dell’investimento, sia al momento della sottoscrizione di un prodotto, che regolarmente tramite rendicontazione periodica. Una differenza rilevante rispetto alla disciplina precedente.
Risparmiatori più attenti e critici
Questa trasparenza sui costi potrebbe sviluppare tra i risparmiatori anche una maggiore attenzione e sensibilità ai costi, incoraggiandoli alla negoziazione con i propri consulenti al fine di ottenere condizioni più vantaggiose. Non solo. Potrebbe spingere i risparmiatori a fare anche un confronto tra i diversi operatori per valutare eventuali differenze di trattamento, e magari anche incentivarli a cambiare consulente qualora i costi fossero ritenuti troppo elevati a fronte di rendimenti contenuti, partendo da una posizione di forza superiore a prima. Questo effetto potrebbe avvertirsi già nei primi mesi del 2019, quando i risparmiatori avranno nero su bianco tutti i costi sostenuti nel corso dell’anno e i rendimenti dei prodotti e servizi sottoscritti.
Altre possibili novità in arrivo
Ma non è tutto e nuovi sviluppi potrebbero evidenziarsi nei prossimi mesi, visto che la normativa Mifid II è ancora in evoluzione. L’Esma (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) ha fatto sapere che, proprio con riferimento a Mifid II, vuole approfondire alcune questioni per apportare eventuali correttivi. Fra queste le comunicazioni elettroniche, le registrazioni post vendita e la tenuta dei registri.
Non solo. La Banca d’Italia ha avviato ad agosto una consultazione pubblica sull’attuazione della MIfid II, in particolare sulle modalità di rilascio e revoca delle autorizzazioni per l’operatività in Italia delle banche non-Ue. Fino al prossimo 23 ottobre tutti i soggetti interessati potranno inviare commenti e proposte al documento.
Da ultimo, possibili sviluppi della Mifid II potrebbero scaturire anche dall’entrata in vigore proprio a ottobre della nuova disciplina sulla vendita dei prodotti assicurativi, la cosiddetta Idd (Insurance distribution directive), di cui parleremo a breve!